L’INTERVISTA

ROMA «Una catastrofe»: non potrebbe essere più chiaro Jacques Attali nel definire un’uscita di scena di Mario Monti e un ritorno di Silvio Berlusconi.Ma l’economista, saggista, scrittore francese prevede: «L’Italia non sceglierà di nuovo Berlusconi, non voglio e non posso crederci».

Intanto Monti ha annunciato le dimissioni. Sorpreso?

«Personalmente mi aspettavo che sarebbe accaduto. Dal momento in cui la sinistra ha scelto un candidato che non ha come unica vocazione di mettersi

al servizio di Mario Monti, e dal momentoin cui anche la destra ha unsuo candidato, è normale

che le cose subiscano un’accelerazione.

L’Italia è governata da un uomo eccezionale. I partiti politici per loro natura funzionano per assumere il potere. Monti non è capo di un partito, le sue dimissioni erano dunque inevitabili».

Uscirà davvero dalla scena politica?

«Un’uscita di scena di Mario Monti sarebbe una vera catastrofe e una bruttissima notizia per l’Europa. Monti incarna il grande vigore democratico, un’ utopia europea di cui l’Europa ha tanto bisogno. E’ senza alcun dubbio uno degli uomini di Stato oggi più importanti».

Vuole dire che per Monti non c’è solo la presidenza del Consiglio in Italia?

«La sua presenza è ancora essenziale, per l’Italia come per l’Europa. Diciamo che come minimo dovrebbe continuare almeno come presidente della Repubblica, anche se in Italia è una funzionemenoimportante del presidente del Consiglio».

L’Italia è in grado di camminare da sola?

«La grandezza della democrazia è che nessuno è insostituibile. Tuttavia Mario Monti non ha ancora portato a termine il suo lavoro. Siamo in una democrazia. Se la sinistra italiana conferma che potrà applicare un programma compatibile con quello che applica Monti, untandem Monti al Quirinale e

Bersani a Palazzo Chigi sarebbe auspicabile».

L’agenda di Monti senza Monti è davvero applicabile da un governo che deve rendere

conto alla sua maggioranza?

«Lo ripeto, l’Italia è una democrazia, e l’agenda di Mario Monti è l’agenda di una maggioranza parlamentare che ha sostenuto il suo governo. La questione adesso è quale sarà la prossima maggioranza parlamentare che uscirà dalle urne delle prossime elezioni politiche».

Lo stesso Monti ha evocato I rischi della demagogia e del populismo. E’ d’accordo? Sonoquesti i grandi pericoli per l’Italia e per l’Europa?

«La demagogia è la cosa peggiore che possa succedere in politica. E la cosa peggiore in Europa è il riproporsi di idee strampalate come quelle che ritengono che un paese sta meglio se lascia l’Euro, o che si possa uscire dalla crisi da soli. Siamo di fronte a un bivio: o scegliamo un’ uscita dal basso, come vuole Berlusconi, o invece imbocchiamo un’uscita dall’alto, grazie a un rafforzamento della costruzione europea, che è quello che propone Monti».

Il presidente dell’Europarlamento Schultz ha parlato di Berlusconi come di una minaccia. E’ d’accordo?

«Io non posso – o non voglio – nemmeno immaginare nemmeno che l’Italia scelga di nuovo Berlusconi. Incarna il peggiore degli scenari: l’uscita dalla crisi dal basso sotto tutti i punti di vista, i bassi istinti, il protezionismo, il nazionalismo, la volgarità. L’Italia sta invece uscendo dall’alto, Monti ha aperto una strada formidabile, che richiede tempo. E poi Berlusconi avrà grosse difficoltà a parlare male di Monti, visto che ha sostenuto il suo governo».

L’opinione pubblica italiana sta però pagando molto caro questa uscita dall’alto.

«Tutti vogliono la crescita, Monti per primo,mala crescita non si realizza con un decreto. E in Europa la crescita non tornerà nel 2013, ma quando i debiti saranno sotto controllo e quando sarà avviato un programma di grandi lavori europei. La crescita non può arrivare che da una nuova tappa federale in Europa».

L’Italia rischia ancora il crollo?

«Lo scenario della catastrofe è ancora possibile. L’Italia potrebbe trovarsi nella necessità di chiedere aiuti all’Europa e in quel caso il prezzo da pagare in termini di sovranità sarebbe molto molto alto».

Francesca Pierantozzi